Competenze chiave di leadership e di lavoro in team si imparano in famiglia
Aiuto! Essere genitore, cosa succede al mio lavoro?
Se questa idea terrorizza anche te, perché stai per diventare genitore, perché lo sei già o perché lo diventa uno dei tuoi più preziosi collaboratori, ti invito a riflettere su questo:
la famiglia è il luogo ideale per imparare le competenze chiave di leadership e lavoro in team
Prima, scrivo brevemente come apprendiamo, e di quali “competenze chiave di leadership” sto parlando. Segue qualche dato di ricerca. Infine, do alcuni suggerimenti per chi lavora, per chi ha figli e chi non li ha e per le aziende.
Come apprendiamo?
La ricerca in psicologia e neuroscienza concorda su alcuni principi dell’apprendimento:
- Più ti alleni in un’attività, più bravo diventi in quell’attività. Questo vale per praticamente qualsiasi tipo di attività.
- Se in più ti eserciti in un contesto a cui sei molto affezionato, apprendi prima e meglio.
- Una volta che sei esperto, e quando comprendi la potenzialità della competenza, diventa naturale di usare queste competenze anche in altri ambiti.
Questi meccanismi spiegano in parte come l’esperienza di fare famiglia può dare dei benefici per il lavoro coltivando le competenze chiave di leadership moderna e del lavoro in team.
Quali competenze chiave di leadership e di lavoro in team impari in famiglia?
“Essere genitore è un’esperienza che ti fa crescere”. Un’affermazione banale, che nasconde una grande verità. Quando diventi genitore, nel fulcro del tuo mondo improvvisamente ci sta il tuo bambino, non ci stai più te. E tu inizi un percorso di sviluppo personale: impari ad osservarlo, ad ascoltarlo, a conoscere le sue emozioni e le risposte che servono. Impari a farlo stare bene, a farlo ridere, a tranquillizzarlo, a motivarlo. Fai il tifo per lui sempre e ovunque, in silenzio e a volte non proprio in silenzio. Sai esattamente cosa sa già fare e cosa ancora no e ogni giorno riesci a fargli fare giusto un passetto in più. Hai fiducia in lui, e lui sà che può contare su di te. Ti accorgi subito quando qualcosa non va, quando è giù di umore o quando è arrabbiato. Spesso sai esattamente cosa gli serve per tirarlo su di morale. Impari a superare le difficoltà.
Affini le tue capacità di gestire situazioni complesse: organizzare la tua agenda, gli impegni di scuola, dopo scuola, sport, festa con babysitter, le emergenze quando il bimbo si ammala. Metti su una squadra affidabile composta da partner, tate, nonni, amici. Hai da gestire delle relazioni complesse (te-figlio-partner-fratelli), impari a prevenire e superare i conflitti.
In altre parole, in famiglia puoi migliorare la tua competenza emotiva, la tua empatia, la tua comunicazione-incluso l’ascolto. E’ anche un contesto naturale per imparare a coltivare le relazioni, a collaborare, a motivare, a fare crescere un altro. Queste sono competenze chiave di leadership moderna e del lavoro in team.
I dati di ricerca dicono che la famiglia viene prima del lavoro
La maggior parte delle persone, una volta che si mette su famiglia (una coppia o una coppia con bimbo), la famiglia diventa la priorità nella vita e il ruolo che si assume in famiglia diventa più importante del ruolo che si ha sul lavoro (Blau & Ferber, 1986; Wilson & Baumann, 2015). Se le cose stanno così, è meglio tenerne conto e domandarsi “in che modo questo cambiamento può risultare in un esito positivo anche per il lavoro?”. Mi sembra una domanda più interessante della classica domanda “come limitare le interferenze della nuova famiglia con il lavoro?”
Famiglia e lavoro: entrambi vincono
Alcune ricerche hanno dimostrato che avere una famiglia migliora il benessere generale (Barnett & Baruch, 1985; Gareis et al., 2009) ma anche la motivazione (Lu et al., 2011; Rothbard, 2001) e la performance sul lavoro (Carlson et al., 2011). I risultati di una ricerca recente di Dumas & Stanko (2016) pubblicata su Personnel Psychology confermano invece l’idea che la famiglia, intesa con partner e/o figli, offre una palestra naturale in cui ci si allena in modo naturale nelle competenze sociali che sono indispensabili per il lavoro in team e per la leadership moderna. Nel loro campione chi ha famiglia possiede più competenze richieste per il lavoro in team o per una leadership moderna. Anche se (come sempre) lo studio ha diversi limiti (per esempio il campione riguarda persone fortemente orientate verso una carriera manageriale), questo risultato è interessante e invita a riflettere sull’interazione famiglia-lavoro.
Cosa puoi fare tu che lavori e che sei/diventi genitore?
E’ bene essere consapevole delle opportunità di crescita personale che ti offre una famiglia con figli: grazie alla famiglia hai delle opportunità per migliorare le competenze emotive e sociali che ti possono essere utili nel tuo lavoro. Tieni questo a mente perché si tratta di strumenti potenti che puoi utilizzare tutti i giorni sul lavoro, ma anche in momenti particolari come la negoziazione di una promozione o di un contratto di lavoro.
Potresti tenere un diario delle esperienze fatte in famiglia che ti possono essere utili sul lavoro, periodicamente valutare il progresso delle competenze che stai imparando in famiglia e riflettere su come le puoi utilizzare sul lavoro. Anche formazione in gruppi e/o un supporto individuale possono essere utili, meglio se curato da psicologi esperti nell’età evolutiva con buone conoscenze del mondo di lavoro.
Cosa puoi fare tu che non hai famiglia o non hai figli?
Potresti allenarti lo stesso in queste competenze in altri contesti caratterizzati da una responsabilità per la cura o la crescita di una persona. Potresti fare un’attività di volontariato che prevede la cura di una persona, potresti assistere studenti in difficoltà, o fare attività di mentoring, anche sul lavoro.
Cosa può fare l’azienda?
L’azienda può attivare strumenti e meccanismi che permettono a chi ha figli di coltivare questa esperienza nel modo migliore. Formazione sul tema della genitorialità è uno strumento utile, perché permette al genitore di allenarsi a casa in competenze chiave di leadership e di lavoro in team. La consulenza individuale è utile per potenziare i meccanismi positivi specifici della famiglia, ma anche per limitare e contrastare i danni di eventuali meccanismi negativi presenti nella famiglia. Per garantire l’efficacia di questi interventi è sempre meglio se i servizi sono curati dal professionista, lo psicologo specializzato in età evolutiva con buona conoscenza della vita in azienda. E’ anche utile coltivare una cultura in azienda in cui le persone possono esprimere il loro ruolo in famiglia in modo positivo invece di ignorarlo.
Bibliografia:
- Barnett RC, Baruch GK. (1985). Women’s involvement in multiple roles and psychological distress. Journal of Personality and Social Psychology, 49, 135–145.
- Carlson D, Zivnuska S, Kacmar KM, Ferguson M, Whitten D. (2011). Work-family enrichment and job performance: A constructive replication of affective events theory. Journal of Occupational Health Psychology, 16, 297–312.
- Gareis KC, Barnett RC, Ertel KA, Berkman LF. (2009). Work-family enrichment and conflict: Additive effects, buffering, or balance? Journal of Marriage and Family, 71, 696–707.
- Lu C, Siu O, Chen W, Wang H. (2011). Family mastery enhances work engagement in Chinese nurses: A cross-lagged analysis. Journal of Vocational Behavior, 78, 100– 109.
- Rothbard NP. (2001). Enriching or depleting? The dynamics of engagement in work and family roles. Administrative Science Quarterly, 46, 655–684.
- Wilson KS, Baumann HM. (2015). Capturing a more complete view of employees’ lives outside of work: The introduction and development of new interrole conflict constructs. Personnel Psychology, 68, 235–282.